Avvisi bonari, come aderire alla definizione agevolata
La procedura consente di abbattere le sanzioni dal 10 al 3% dilazionando il pagamento del dovuto fino a 20 rate trimestrali

Dal 1° gennaio 2023 è possibile accedere alla definizione agevolata dei c.d. avvisi bonari vale a dire le comunicazioni di irregolarità inerenti somme dovute dai contribuenti a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni con riferimento sia alle imposte dirette che all'Iva, relative ai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021. A prevederlo è l’ultima manovra finanziaria approvata dal Parlamento. I contribuenti potranno, dunque, definire gli avvisi bonari con il pagamento delle imposte, dei contributi previdenziali, degli interessi, delle somme aggiuntive (ovvero le maggiorazioni Inps sui crediti di natura previdenziale) e delle sanzioni nella misura ridotta del 3%. La definizione agevolata ricomprende, altresì, le somme derivanti dai controlli automatizzati le cui rateazioni erano ancora in corso al 1° gennaio 2023 le quali possono essere definite con il pagamento del debito residuo e delle sanzioni in misura ridotta (3%).
I benefici della definizione agevolata sono conservati anche nelle ipotesi di “lieve inadempimento”, e precisamente:
- lieve tardività nel versamento delle somme dovute o della prima rata, non superiore a sette giorni;
- lieve carenza nel versamento delle somme dovute o di una rata, per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a 10.000 euro;
- tardivo versamento di una rata diversa dalla prima entro il termine di versamento della rata successiva), salva l’applicazione delle sanzioni per la carenza e/o il ritardo.
Altro beneficio previsto dalla definizione agevolata decadenza è la proroga di un anno dei termini di decadenza per la notificazione delle cartelle di pagamento conseguenti a somme dovute a seguito di controllo automatizzato delle dichiarazioni relative al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2019.
Infine è previsto il pagamento rateale fino a venti rate trimestrali (e non più otto) dei debiti emergenti dalle comunicazioni di irregolarità per qualunque periodo d'imposta e senza limite di importo (in precedenza, 8 rate fino a 5.000 euro e 20 rate per importi superiori).