La fatturazione elettronica obbligatoria tra privati è imposta in deroga alla vigente direttiva europea; l’Italia ha chiesto la proroga per un ulteriore triennio.
La fatturazione elettronica obbligatoria tra privati è un metodo in deroga alla vigente direttiva europea. Approssimandosi la scadenza del 31 dicembre 2021, relativa alla prima autorizzazione, il nostro Stato ha chiesto la proroga per un ulteriore triennio, con estensione ai forfetari. La Commissione europea ha espresso parere favorevole in vista della decisione del Consiglio. Sta per volgere al termine il primo triennio di fatturazione elettronica obbligatoria tra privati. I risultati in termini di compliance e di riduzione di quello che si chiama il VAT gap sono sicuramente lusinghieri. L'amministrazione finanziaria italiana ha segnalato a Bruxelles un maggior gettito di due miliardi di euro, con una ricaduta favorevole anche per le imposte dirette, in quanto i furbi non riescono più a far sparire le loro fatture. Si parla anche di un recupero di crediti falsi per € 945 milioni e di € 1,3 miliardi di false dichiarazioni di intento degli esportatori abituali, per non parlare di € un miliardo di false fatturazioni intraunionali. È detto indirettamente, ma i dati dovrebbero riferirsi al biennio 2019-2020.
Ovvio che in questo contesto la richiesta di deroga rispetto alla direttiva – che tuttora parla di fatturazione elettronica solo con il consenso del cliente – ha trovato una porta aperta. Anzi per il triennio 2022-2024 si inserisce l'obbligo di estendere la fatturazione elettronica obbligatoria a quelli che noi chiamiamo contribuenti forfettari per l'entità del loro reddito imponibile.