Costi d’impresa e Iva: la prova dell’inerenza spetta al contribuente

La Cassazione chiarisce: le spese sono deducibili solo se documentate in modo certo e riconducibili all’attività aziendale

Costi d’impresa e Iva: la prova dell’inerenza spetta al contribuente

Con l’ordinanza n. 13674 del 22 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di contestazioni da parte del Fisco, spetta al contribuente dimostrare l’inerenza e la certezza dei costi dedotti, con documentazione idonea. La pronuncia riguarda una società di autotrasporto, a cui erano stati negati i costi per carburante per fatture prive di targa e incongruenti con i km percorsi. I giudici tributari avevano accolto il ricorso dell’impresa, ma la Cassazione ha ribaltato la decisione, ritenendo insufficienti le prove fornite. Le presunzioni dell’Agenzia delle entrate, basate su elementi gravi, precisi e concordanti, sono valide. La sentenza conferma che l’onere della prova è a carico del contribuente, anche quando l’amministrazione agisce su basi presuntive.

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