Detrazione IVA: è impedita dalla irregolarità della fattura

La Cassazione precisa che se la fattura non è redatta in conformità all'art. 21 Decreto IVA, l'Ufficio dovrà comunque riconoscere la detrazione IVA se il contribuente fornisca ulteriore documentazione integrativa.

Detrazione IVA: è impedita dalla irregolarità della fattura

Se la fattura risulta irregolare, in quanto non redatta in conformità ai requisiti, verrà meno la presunzione di veridicità siccome quanto rappresentato la rende inidonea a costituire titolo per il contribuente ai fini della detrazione IVA. Ma il Fisco, in caso di genericità del documento fiscale, dovrà tener conto anche di eventuali altri documenti, messaggi o informazioni forniti dal soggetto passivo. Cosicché la fattura generica (quindi irregolare) impedisce la detrazione IVA a meno che il contribuente non supplisca a ciò fornendo altri documenti all'Ufficio.

Se da un lato troviamo una visione assai intransigente che vieta la detrazione IVA in caso di fattura generica, dall'altro emerge un indirizzo consolidato più morbido per il contribuente.

Infatti sebbene l'irregolarità della fattura, non redatta in conformità ai requisiti, faccia venire meno la presunzione di veridicità di quanto rappresentato nella stessa, ai fini della verifica del diritto alla detrazione del relativo costo l'amministrazione finanziaria deve tenere conto anche di eventuali altri documenti, messaggi o informazioni complementari forniti dal soggetto passivo.

Di conseguenza il contribuente, in caso di contestazione da parte dell'Ufficio, è tenuto a dimostrare anche la coerenza economica dei costi rispetto ai ricavi o all'oggetto dell'impresa, potendo integrare il contenuto generico della fattura con idonei elementi di prova.

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